Le misure al vaglio del governo per la prossima riforma fiscale sono diverse e vanno dalla revisione delle aliquote Irpef, all’estensione della flat tax al 15%. Analizziamo quelle che sono le previsioni in merito alle novità della nuova riforma fiscale che sarà presentata entro marzo 2023. Ne abbiamo parlato con Danilo Del Vecchio ed Anna Maria Liguori, imprenditori di Roma (San Cesareo).
Le quattro fasi della riforma fiscale previste dal Governo
In base a quanto riportano le ultime notizie, saranno quattro le fasi della nuova riforma fiscale 2023:
● prima fase che riguarderà i principi, con armonizzazione dei principi Ue, dello Statuto dei contribuenti ed Internazionali;
● seconda fase, che riguarderà i procedimenti dichiarativi, dove verrà semplificato il calendario degli adempimenti e del meccanismo dei versamenti, accertativo, con concordato preventivo biennale, oltre che una semplificazione delle regole del contraddittorio, dell’autotutela e del sistema sanzionatorio, riscossorio e processuale;
● terza fase, che riguarderà l’opera di codificazione di Testi unici, per arrivare alla stesura di un vero e proprio Codice tributario.
● quarta fase, che riguarderà la revisione e riorganizzazione delle imposte, a partire dall’Irpef per proseguire con Irap, Ires, Iva, contributi diretti, accise, giochi, tributi enti locali.
I possibili cambiamenti
Sicuramente tra le principali novità più attese di questa nuova riforma fiscale 2023 c’è la revisione delle aliquote Irpef per il pagamento delle tasse sul reddito. Già a partire dallo scorso anno, con il governo Draghi, sono state modificate le aliquote Irpef e sono state portate da 5 a 4 in base ai diversi scaglioni di reddito. Il nuovo governo Meloni vuole continuare a ridurre le aliquote, portandole a 3 ma, almeno per il momento, sono diverse le ipotesi di revisione dell’Irpef:
● aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
● aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
● aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Se tali modifiche dovessero andare in porto chi ne beneficerebbe di più sarebbero i pensionati con importi annui tra 28 mila euro e 50 mila euro, in quanto vedrebbero un aumento per effetto di un netto calo delle tasse da pagare ed in virtù del fatto che l’aliquota Irpef scenderebbe di ben 8 punti percentuali, passando dal 35 al 27%. Le ipotesi al vaglio del Governo Meloni, come dicevamo, sono diverse ed il mese di marzo ormai è alle porte. Fra qualche giorno scoprire quale sarà la decisione definitiva del Governo, per il momento non ci resta che aspettare.